LESIONI PERIFERICHE DELLA RETINA E DISTACCO DELLA RETINA

 

La retina è un sottile strato di tessuto nervoso sensibile alla luce, aderente al suo strato sottostante, detto coroide, un tessuto spugnoso vascolare che accoglie la retina per nutrirla come una placenta e la separa dal guscio bianco esterno, la sclera.
Paragonando l’occhio ad una macchina fotografica, la retina costituisce la pellicola che viene impressionata dalla luce.
Le immagini provenienti dal mondo esterno passano attraverso cornea e cristallino, i quali, fungendo da obbiettivi, le mettono a fuoco sulla retina.
La sua funzione è quella di trasformare la luce in impulsi elettrici, trasmessi tramite il nervo ottico alla corteccia cerebrale, dove vengono trasformati in immagini.

In generale si definisce “distacco di retina” una separazione della retina neurosensoriale dall’ epitelio pigmentato retinico sottostante, provocata dal venir meno delle forze che tengono normalmente adesso i due strati.

SINTOMATOLOGIA

distacco_di_retina tenda nera

Il sintomo più comune è la visione di una tenda o di un’ombra scura nel campo visivo, dovuta alla porzione di retina staccata che non lavora più.
Spesso un distacco di retina è preceduto dalla comparsa improvvisa di flash di luce (fotopsie), spie di una trazione da parte del vitreo sulla retina, con creazione di una rottura retinica. Oppure si possono percepire corpi mobili (miodesopsie) nel campo visivo. Infatti un distacco posteriore di vitreo (VEDI SEZIONE DEDICATA) può preludere ad un distacco di retina se la separazione tra il vitreo e la retina stessa non è completa. In questo caso infatti il vitreo, spostato in avanti, può esercitare una trazione nei punti di legame con la retina, determinandone una rottura. Questa evenienza si verifica nel 15% circa dei casi di distacco di vitreo;  la rottura di retina, se non trattata con l’Argon Laser è la causa del distacco di retina, che determina un importante danno alla funzione visiva.

Non è mai presente dolore.  

In presenza di questi sintomi associati o meno ad un calo della vista è necessaria una visita oculistica urgente.
Un trattamento immediato, infatti può ridurre al minimo i danni per l’occhio.

PATOGENESI DEL DISTACCO RETINICO

Il distacco della neuroretina dallo strato dell’ epitelio pigmentato retinico porta ad un accumulo di fluido sottoretinico nello spazio virtuale tra i due strati. I principali tipi di distacco di retina sono:

  • REGMATOGENO (dal greco Rhegma: rottura)
  • TRAZIONALE
  • ESSUDATIVO (sieroso, secondario)
  • COMBINATO (trazionale-regmatogeno)
  1. REGMATOGENO: caratterizzato da una o più rotture retiniche tenute aperte da una trazione vitreo-retinica anomala che permette un accumulo di liquido tra retina neurosensoriale ed epitelio pigmentato retinico. In condizioni normali, la retina è aderente da un lato al suo strato sottostante, la coroide, mentre sul versante interno è adesa al vitreo (più tenacemente in alcuni punti specifici, meno in altri).
    Con il passare degli anni, il gel vitreale va incontro a una progressiva degenerazione che lo porta nel tempo a disidratarsi e a liquefarsi. Questo fenomeno viene percepito dal paziente come mosche volanti o ragnatele (miodesopsie) nel proprio campo visivo.
    Col tempo questa trasformazione porta il vitreo a distaccarsi dalla retina, rimanendo aderente solo nei punti di maggiore adesione: questo è un evento fisiologico, che accade in sostanza a chiunque, ed è definito “distacco di vitreo”. Con i bruschi movimenti della testa e del corpo, il vitreo produce inevitabilmente delle trazioni su queste zone, determinando talvolta la formazione di una rottura. distacco_retina con rott A questo punto la componente acquosa del gel vitreale può insinuarsi dietro la retina distaccandola più o meno estesamente, a seconda della posizione della rottura.
    Esattamente come può avvenire in una piscina in cui si verifichi una perdita lungo una parete. L’acqua si infiltra attraverso la soluzione di continuo e per gravità tende a scendere verso il basso accentuando il distacco di retina.
    In tal caso la retina non è più in grado di offrire al cervello un’immagine adeguata e la visione diviene offuscata e ridotta.
  2. TRAZIONALE:  nella maggior parte dei casi è causato da una retinopatia proliferativa (come la retinopatia diabetica o quella tipica del prematuro) oppure da un trauma penetrante.
  3. ESSUDATIVO: caratterizzato da un distacco retinico in assenza di trazioni o rotture retiniche. Può essere causato da una grande varietà di patologie vascolari, infiammatorie o tumorali (come melanomi, mangioni o metastasi, patologie che vanno sempre considerate possibili fino a prova contraria!!!) che coinvolgono sia lo strato della neuroretina, l’ epitelio pigmentato retinico che la coroide.

Il distacco di retina si verifica più di frequente in soggetti di età media con miopia medio-elevata (maggiore è l’ errore rifrattivo, maggiore è il rischio di distacco retinico). Colpisce circa 1 persona su 10.000 ogni anno.

TERAPIA DEL DISTACCO DI RETINA

Se il problema viene diagnosticato in fase precoce può essere sufficiente effettuare un trattamento laser ambulatoriale. Ciò vale quando la rottura retinica non ha ancora sollevato la retina o quando esiste un piccolo distacco di retina satellite, limitato, intorno alla rottura.
Spesso però è necessario un intervento chirurgico per riparare il foro retinico. Di solito l’intervento viene fatto in anestesia locale e nell’80-90% dei casi è sufficiente una singola operazione.
Essa si basa sul rilascio della trazione vitreale sulla retina e nella chiusura della rottura causa del distacco.
Esistono due tipi d’intervento:

  • Cerchiaggio (intervento ab-externo)
  • Vitrectomia (intervento dall’ interno dell’ occhio)
  1. CERCHIAGGIO: consiste nell’apposizione di una cintura all’esterno dell’occhio, stretta in modo tale da riavvicinare la parete esterna dell’occhio alla retina distaccata e questa a sua volta al vitreo, in modo da rilasciare la trazione del gel stesso sulla rottura. La rottura non più sottoposta a trazione può allora chiudersi e, a questo punto, è possibile praticare un trattamento laser o una criopessia (trattamento col freddo) attorno ad essa per impedirne la riapertura. Il liquido sottoretinico, responsabile del distacco, è drenato attraverso un buchino sulla parete esterna dell’occhio (puntura evacuativa).
    I vantaggi di questa tecnica sono la minor incidenza di complicanze infettive e di cataratta, ma non tutti i tipi di distacchi di retina possono essere curati in questo modo.
  2. VITRECTOMIA: consistente in tre piccolissime cannule introdotte nella parte bianca dell’occhio (sclera) delle dimensioni di un ago da insulina (400 micron), all’interno delle quali scorrono micropinze, microforbici, fibre luminose e uno strumento che taglia e aspira, il vitrectomo. Questa microsonda permette la rimozione del vitreo (vitrectomia), eliminando la trazione sulla rottura, che può quindi essere saldata con un trattamento laser.
    Al termine dell’intervento il liquido sottoretinico è attivamente aspirato dal chirurgo mentre aria o gas sono iniettati nell’occhio in modo da tenere la rottura asciutta per una o due settimane. Il paziente dovrà pertanto assumere una posizione particolare per qualche giorno in modo da permettere alla bolla di aria o gas di rimanere a contatto con la rottura il più a lungo possibile.
    L’aria e il gas sono progressivamente riassorbiti in modo spontaneo e l’occhio stesso baderà a riempirsi nuovamente di vitreo secondario.

IL PERIODO POST-OPERATORIO 

L’intervento può essere ambulatoriale, oppure può essere necessario un ricovero di qualche giorno.
Già il giorno successivo il paziente potrà alzarsi dal letto. Talora viene chiesto al paziente di tenere il capo in una determinata posizione per facilitare il processo di guarigione, soprattutto quando viene effettuata una vitrectomia .
Durante le settimane in cui l’occhio è ancora riempito di aria o gas, la vista sarà molto bassa, e migliorerà solo quando questi si scioglieranno.
Nel caso invece il chirurgo decidesse di iniettare olio di silicone, sarà poi necessario un secondo piccolo intervento per rimuoverlo dall’occhio con tempi e modalità variabili da caso a caso ( mediamente 3-6 mesi).
Al posto della rottura, in entrambi gli interventi, esisterà una cicatrice, che non inciderà tuttavia sulla vista poiché situata nella periferia della retina, e quindi del campo visivo.
Il postoperatorio usualmente non è doloroso ma l’occhio sarà infiammato per qualche giorno. Le normali attività possono essere riprese nell’arco di qualche settimana.

RISULTATI DELL’ INTERVENTO

Attualmente, i risultati della chirurgia del distacco retinico sono molto buoni. Fondamentale è affidarsi ad un chirurgo vitreo-retinico esperto.
Il successo anatomico con un solo intervento è prevedibile nel 90% dei casi circa, e con due interventi in più del 95% dei casi circa.
Purtroppo a volte è necessario più di un intervento, a causa di processo abnorme di cicatrizzazione che l’occhio mette spontaneamente in moto: la proliferazione vitreo-retinica (PVR). In questo caso, membrane cicatriziali si formano sulla retina, inducendone nuovamente il distacco, per il cui trattamento è di solito necessaria una vitrectomia con rimozione delle membrane e sostituzione del gel vitreale con olio di silicone, anziché con aria o gas. L’olio di silicone, tiene la retina attaccata per un tempo adeguato alla sua guarigione, ma richiede un altro intervento per essere rimosso. In taluni casi si può decidere anche di lasciarlo in sede per tempo indefinito.
Nei casi complicati da proliferazione vitreo-retinica è inoltre possibile dover intervenire anche tre o quattro volte.

Il recupero visivo dipende dall’entità del distacco di retina e dalla sua durata. L’ombra causata dal distacco scomparirà in tutti i casi in cui la retina sarà stata ricollocata nella sua sede.
La ripresa visiva dopo intervento di distacco di retina è variabile e dipende fondamentalmente dal coinvolgimento o meno della parte centrale della retina: la macula. Posta al centro della retina, essa è sede della visione fine e, quando è coinvolta nel distacco, produce un danno più grave.
I distacchi cosiddetti macula-on (macula attaccata) sono delle urgenze chirurgiche da trattare il più rapidamente possibile, poiché il risultato della chirurgia è potenzialmente molto buono. Il paziente con distacco di retina ma con macula attaccata, se operato con successo, può continuare a vedere molto bene, senza in pratica nessun esito.
I distacchi macula–off (macula staccata) rappresentano al contrario una chirurgia differibile e possono essere operati entro qualche giorno dall’esordio dei sintomi, senza che la prognosi cambi. Tuttavia il recupero visivo è variabile e la capacità di lettura potrà essere compromessa a vari livelli. Statisticamente un recupero del 50% della capacità visiva è raggiungibile nell’80% dei casi.

I pazienti che non si sottopongono all’intervento o se quest’ultimo risulta inefficace, perdono completamente la vista. A volte è necessario eseguire 3 o più interventi nell’intento di ripristinare la situazione anatomica, allo scopo di evitare che il bulbo oculare diventi piccolo (atrofia bulbare) e dolente.

PREVENZIONE DEL DISTACCO DI RETINA

In caso di traumi, interventi di cataratta, miopia medio-elevata, precedenti casi di distacco di retina nell’altro occhio o in famiglia, è necessario affidarsi al proprio oculista che programmerà dei controlli periodici in base al profilo di rischio di ciascuno.
La prevenzione del distacco di retina si basa sull’educazione del paziente circa i sintomi di un distacco di retina e sul tempestivo trattamento laser delle rotture retiniche sintomatiche (accompagnate da flash e mosche volanti), che ancora non hanno portato a distacco.
Secondo le linee guida più recenti, le rotture retiniche asintomatiche o le degenerazioni periferiche, scoperte casualmente durante una visita di controllo, non richiedono generalmente un trattamento, salvo che nell’altro occhio non si sia verificato già un distacco di retina.